L’approccio riabilitativo
nella vulvodinia

Imparare a riconoscere lo stato della muscolatura pelvica è di grande importanza nella cura della vulvodinia. Spesso questa patologia si accompagna a una condizione muscolare nota come “ipertono” che richiede il trattamento da parte di uno specialista affinché la muscolatura ritorni a una condizione fisiologica.

L’ipertono è una condizione che comporta la contrazione perenne dei muscoli del pavimento pelvico. La contrazione è una risposta difensiva a un’infiammazione in corso, quando questo stato è mantenuto per lungo tempo comporta l’indebolimento dei muscoli stessi: un muscolo perennemente contratto è un muscolo che non lavora anche se sembrerebbe il contrario, di conseguenza non si ossigena efficacemente e non si rilassa mai. In parole povere, non svolge correttamente la sua funzione.
Questo crea anche a livello cerebrale (e quindi a livello di controllo muscolare) una sorta di corto circuito: il cervello assume che lo stato contratto sia quello di default. Tipico di questo stato è l’incapacità nelle pazienti di rilassare volontariamente i muscoli, anzi, in alcune avviene una vera e propria inversione del comando: si contrae ulteriormente il muscolo quando si cerca (e si ha percezione) di rilassare. 

L’ipertono non danneggia soltanto i tessuti muscolari ma anche i nervi e i vasi sanguigni che decorrono all’interno di tali muscoli: la contrattura soffoca tutti i tessuti, non permette una corretta ossigenazione e sollecita di continuo le terminazioni nervose periferiche concorrendo a un fenomeno noto come “sprouting”. Con lo sprouting è come se le terminazioni nervose andassero in tilt: si convincono che la zona sia danneggiata e si attivano al fine di controllarla meglio.
Questa attivazione comporta la crescita di altre terminazioni nervose periferiche sensitive responsabili dell’amplificazione del dolore in quell’area. Il dolore, a sua volta, alimenta la contrattura creando un circolo vizioso difficilmente risolvibile senza l’intervento di uno specialista in grado di sciogliere la muscolatura e permettere al pavimento pelvico di riprendere la sua funzionalità.

come si svolge UN PERCORSO DI RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO NEL TRATTAMENTO DELLA VULVODINIA?


Il percorso rieducativo/riabilitativo prevede sempre una valutazione funzionale iniziale relativa al pavimento pelvico: non si tratta di una visita ginecologica, come molti pensano.
Questa valutazione è suddivisa in due momenti:

– Raccolta anamnestica tramite una cartella specifica: si fa il punto della situazione, raccogliendo tutte le informazioni utili relative alla paziente.

– Valutazione osservazionale e manuale del distretto pelvico: si passa successivamente alla valutazione della salute del pavimento pelvico.

La parte pratica della valutazione dà risalto anche all’osservazione del bacino osseo, della postura, della modalità di respiro della paziente. Dopo aver fatto un controllo globale delle aree connesse al pavimento pelvico, si procede (con il consenso della paziente) ad un’esplorazione vaginale e in seguito a un’esplorazione anale: questo passaggio è molto importante per comprendere appieno lo stato di salute perineale ma ovviamente, essendo un passaggio molto delicato, è buona regola per ogni operatore sanitario che lo esegue, chiedere il consenso e spiegare ogni manovra alla paziente.

Al termine della prima valutazione solitamente viene impostato un percorso terapeutico, tenendo conto della situazione di partenza ma anche di bisogni ed obiettivi della paziente: è un lavoro sinergico e di continuo confronto e condivisione.

Fisiochinesiterapia: consiste nella rieducazione sensitivo-motoria della muscolatura pelvica. La paziente è guidata nella presa di coscienza dello stato di tensione o di rilassamento dei propri muscoli al fine di facilitare il controllo volontario degli stessi.
Quando si dice di “imparare a sentire il proprio corpo” si intende un po’ questo.
Dopo essere entrate in contatto con la zona pelviperineale (tramite l’uso di tavole anatomiche, modellini, visualizzazioni guidate, lavoro corporeo), verranno introdotti esercizi mirati e specifici per lavorare sulla muscolatura. In caso di ipertono gli esercizi saranno finalizzati al rilassamento della muscolatura.

Manipolazioni esterne/interne: si tratta della forma più “classica” della riabilitazione, cioè quella che tutti abbiamo in mente quando pensiamo a questa metodica. Utile contro problemi muscolari e dei nervi, si svolge attraverso una serie di gesti indotti dal terapista con l’obiettivo di gestire i sintomi attraverso il rilassamento dei muscoli e dei legamenti contratti. La manipolazione nel caso della riabilitazione del pavimento pelvico può essere esterna o interna. Quella interna è molto simile a una visita ginecologica nella pratica, per quel che concerne la paziente.

TENS / FES: la tens è una stimolazione elettrica transcutanea ovvero implica il passaggio di corrente elettrica a bassa tensione attraverso la pelle, allo scopo di stimolare alcune specifiche fibre nervose. Si effettua utilizzando sonde endovaginali / anali o elettrodi esterni e viene utilizzata per favorire una rimodulazione nervosa a livello pelvico in quanto permette di ridurre la percezione del dolore.

Biofeedback: gli esercizi di biofeedback permettono di migliorare la percezione dei muscoli pelvici richiedendo di contrarre e rilassare a comando. Durante gli esercizi una strumentazione elettronica è utilizzata per misurare la forza di contrazione muscolare e valutare i miglioramenti durante la riabilitazione. Nel biofeedback si utilizzano sonde endovaginali / anali o elettrodi esterni a seconda dell’area da trattare.

Tecar: la sigla sta per Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo e sfrutta il principio fisico dei noto come  Diatermia a Condensatore. In fisica il condensatore è un componente elettrico che immagazzina l’energia in un campo elettrostatico. In fisioterapia, si sfrutta questa energia per ottenere tre effetti: un aumento del microcircolo, la vasodilatazione e l’incremento della temperatura interna, il calore prodotto è infatti endogeno, ovvero prodotto dal tessuto trattato proprio come risposta allo stimolo elettrostatico. La tecar è utilizzata per velocizzare il recupero nel caso di traumi e patologie infiammatorie.

Elettroporazione: l’elettroporazione perineale sfrutta il principio della TENS/FES per veicolare dei farmaci all’interno delle cavità e permetterne un migliore assorbimento.



chi non ha mai avuto rapporti sessuali può eseguire comunque la riabilitazione del pavimento pelvico?

La riabilitazione del pavimento pelvico si può eseguire anche nelle pazienti sessualmente non attive, non è molto diversa da una visita ginecologica. Sarà premura dello specialista utilizzare una strumentazione adatta al singolo caso e, eventualmente, in accordo con la paziente, evitare manipolazioni interne o FES.

quali specialisti eseguono la riabilitazione del pavimento pelvico?

La riabilitazione del pavimento pelvico può essere eseguita da medici, infermieri, ostetriche, fisioterapisti a patto che abbiano conseguito l’abilitazione al trattamento del pavimento pelvico attraverso degli specifici corsi post laurea (eccezion fatta per gli specialisti in ostetricia e ginecologia, il cui percorso di studi li abilita direttamente a tale pratica).
Non esiste ad oggi un albo ufficiale dei terapisti della riabilitazione pelviperineale.

Gli osteopati non rientrano tra le figure mediche abilitate: possono eseguire personalmente manovre interne solo se di base sono anche sanitari con abilitazione.
Se non abilitati, possono comunque collaborare con operatori sanitari abilitati e affiancarli nel trattamento del pavimento pelvico allo scopo di integrare i benefici dell’osteopatia nel percorso di cura.