Circa 3 anni fa ho avuto la mia prima infezione vaginale, una banale candida.
Da lì, la situazione è degenerata velocemente.
Ho iniziato ad avere infezioni sempre più frequentemente, sempre più fastidi (prurito, bruciore, dolore vulvare o vaginale) anche senza che vi fosse realmente qualche causa a scatenare tutto, nonostante seguissi le terapie mediche perfettamente e praticassi mille accorgimenti igienici (tra cui una dieta severissima, senza dolci né lieviti). 

Poi il crollo: il dolore è diventato spontaneo, tutto il giorno, tutti i giorni.
Dolore che dalla vulva irradiava tutta la pelvi.
Un dolore a volte sordo altre volte lancinante. La mia ginecologa non mi credeva o comunque non sapeva cosa fare.
Io avevo 21 anni. Non potevo mangiare quasi nulla o comunque non mi andava di mangiare. Persi 10 kili in un paio di mesi.
Non potevo stare seduta o camminare, avevo dolore anche da sdraiata… avevo 21 anni e non potevo mangiare cosa desideravo, fare sesso, vivere una vita normale.
Ogni giorno il dolore si prendeva tutto il mio mondo.

Iniziai a trascurare le persone attorno a me, l’università, me stessa.
Odiavo il mio corpo. Non riuscivo a farmi guardare, sfiorare, toccare, abbracciare…
La mia famiglia e il mio ragazzo di allora non sapevano come aiutarmi. Arrivai al punto di non temere la morte, perché almeno se sei morta non soffri. Restai così 6 mesi, fino a che qualcosa in me scattò: una persona non sta così male senza un motivo, non rinuncia alla vita se va tutto bene. 

Cercai altri pareri da diversi medici finché un ginecologo non mi diede la diagnosi: vulvodinia.
Una doccia fredda, ma anche un punto di partenza. 

Da allora sono passati due anni e cambiando specialisti, ognuno per un determinato aspetto della malattia, e spendendo un sacco di soldi tra visite e medicine, finalmente ho visto qualche miglioramento.
Il mio dolore adesso non è più spontaneo anche se è lì e la strada è ancora lunga.
La mia vita da fuori sembra normale: ho ripreso l’università, frequento amici e persino un ragazzo…  però in realtà ogni giorno è pieno di accorgimenti igienici, alimentari, accortezze di altro tipo, medicine, visite e fisioterapie.
Il dolore si prende ancora una parte di me.
La malattia si prende tempo, soldi, la mia intimità sessuale, il piacere del cibo, la mia giovinezza.
Ma io non demordo.
Prima o poi mi riprenderò tutta la mia vita e ogni giorno cercherò di strappare un pezzo di me a questa malattia bastarda e invisibile ai più.
Voglio tornare ad essere una spensierata ragazza di vent’anni. Voglio tornare a vivere.

Se hai voglia di raccontare la tua testimonianza in relazione alla vulvodinia,
puoi contattarci all’indirizzo team@vulvodinia.online

La pubblicheremo in questo spazio.
Prima di contattarci ti invitiamo a leggere la nostra Privacy Policy